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dc.creatorPalumbo, Lidia
dc.date2022-05-26
dc.date.accessioned2023-01-18T16:29:58Z
dc.date.available2023-01-18T16:29:58Z
dc.identifierhttp://revistas.umce.cl/index.php/iter/article/view/1871
dc.identifier.urihttps://revistaschilenas.uchile.cl/handle/2250/220646
dc.descriptionCi sono che fondano mondi e dunque ci sono mondi fondati da parole. Per fondare un mondo, unaparole deve essere capace di scavare fondamenta nel linguaggio e nel pensiero ed essere cosí capace di scoprireuna realtá segreta.Platone e Aristotele rifletterono a lungo sulla capacita che hanno le parole di fondare mondi, sullostupore che questa capacita desta in chi si trovi ad osservarla, e ritennero che questo stupore sia il sentimentoproprio del filosofo, único essere vívente in grado di usare veramente le parole e di riflertere sulla facoltailuminante del linguaggio. In questa relazione io mi occupo 1) della nozione di mimesis, 2) del paragonestabilito dal Platone del Cratilo tra la parola e la spola e 3) deH'attivicá representativa che caratterizza ogn¡forma di poesía secondo Aristotele (Poética, 4).es-ES
dc.formatapplication/pdf
dc.languagespa
dc.publisherCentro de Estudios Clásicos Giuseppina Grammatico Amari, Universidad Metropolitana de Ciencias de la Educaciónes-ES
dc.relationhttp://revistas.umce.cl/index.php/iter/article/view/1871/1857
dc.rightsDerechos de autor 2022 Iteres-ES
dc.sourceIter; Núm. 15 (2007): La palabra fundante; 99-118es-ES
dc.source0718-1329
dc.title“Sulla parola fondante come mimesis in Platone e Aristotele”es-ES
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/article
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/publishedVersion


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